Questa parola la incontriamo spesso, soprattutto quando utilizziamo delle applicazioni e alla domanda “Vuoi eseguire il Backup dei dati?” spesso rispondiamo “no” e non ci pensiamo più. Questo fino a quando, magari per distrazione, ci capita di eliminare foto, documenti e altri dati importanti dai nostri dispositivi. E qui comincia il panico. Comprendere cosa voglia dire fare un backup è quindi fondamentale e può risparmiarci diversi problemi.
Il backup in informatica consiste nella duplicazione dei dati su un supporto esterno al dispositivo principale dove essi vengono normalmente conservati. Serve per avere copie di foto, conversazioni, video, documenti, progetti e ogni altro tipo di file digitale.
È una procedura fondamentale per tutelare i propri dati e poterli recuperare con sicurezza nel momento del bisogno, talmente rilevante da avere una giornata mondiale dedicata.
Il 31 Marzo infatti si celebra il “World Backup Day”, una giornata istituita con l’obiettivo di sensibilizzare le persone sulla sicurezza e la cura dei propri dati. Qualsiasi persona o impresa dovrebbe effettuare il backup dei propri dispositivi periodicamente. Per esempio, se siamo dei grafici dobbiamo assicurarci di salvare i diversi lavori richiesti dal cliente.
Perché farlo?
Immaginiamo di aver lavorato per ore su un progetto e di perderlo perché il computer va in crash senza averne neanche una copia. Cosa possiamo fare? Ahimé il più delle volte nulla e dobbiamo semplicemente ripartire zero.
I backup quindi ci danno l’occasione di recuperare in caso di emergenza il nostro lavoro: la loro importanza non va mai data per scontata. Avere un backup a disposizione nel momento in cui ci accorgiamo che abbiamo perso o eliminato dei dati, ci permette di risolvere il problema e riottenere tutto senza perdere tempo.
Molte infatti possono essere le cause della perdita di dati. Il caso più classico è l’eliminazione non intenzionale di documenti e cartelle. Per questo stesso motivo da decenni sui dispositivi esiste il “cestino” dove possiamo andare a recuperare i file che abbiamo erroneamente cancellato, ma se lo svuotiamo possiamo salutarli per sempre. Un altro motivo, più insidioso, è l’eliminazione intenzionale di software perché pensiamo non ci servano più per poi scoprire a distanza di tempo la loro vera importanza. Vi possono essere poi situazioni legati alla digitalizzazione come hackeraggi e virus informatici che bloccano l’accesso ai dati e infine casi quali guasti ai dispositivi, furti e non da ultimo disastri naturali come alluvioni, terremoti e incendi. Esistono molteplici minacce alla conservazione dei dati, alcune delle quali provengono da fattori esterni, ma anche da fattori interni o insiti nei sistemi che si usano.
Quando farlo?
Non esiste una risposta assoluta a questa domanda, perché in teoria se volessimo avere sempre salvati i dati più recenti dovremmo fare un backup ogni volta che usiamo i nostri dispositivi e ciò ovviamente, a meno che non si lavori direttamente in linea, non è possibile.
È stato rilevato che il 39% di chi duplica i suoi dati lo fa con cadenza annuale, mentre circa il 20% mensilmente, ed è ancora molto alta la percentuale di chi non fa nessun backup perché non lo sa fare o non ne riconosce il valore.
La risposta dunque rimane a discrezione dei singoli soggetti e varia notevolmente sulla base delle attività che fanno uso dei dispositivi, all’importanza e alla quantità dei dati che producono ogni giorno. Se usi poco il computer, solo per navigare su internet e redigere qualche documento, potrebbe andare bene un backup mensile. Il discorso cambia se tutti i giorni lavori su file di progetto, modifichi foto, monti video, scrivi testi. In questo caso potresti pensare di creare settimanalmente una copia. Ovviamente in aziende strutturate, come per noi di Input Idea, il backup è giornaliero.
Dove farlo?
Vediamo ora i tre principali metodi di archiviazione.
Hard Disk
Come prima opzione possiamo scegliere di salvare i nostri dati su un hard disk esterno. Una volta collegato tramite cavo usb al dispositivo e sincronizzato (molto spesso ciò accade automaticamente) sarà possibile copiare i dati dal PC all’hard disk. Ne esistono di diversi tipi in base alla quantità di dati da poter archiviare con costi che vanno dai 50 ai 200 euro. Per chi usa Mac da anni è inoltre disponibile Time Machine, una funzionalità che, grazie a un’interfaccia semplice e accattivante, permette di salvare e recuperare le diverse versioni di un file scorrendo lungo una timeline posta a destra.
Usb
Una seconda scelta può ricadere sulle più pratiche e leggere chiavette USB. Infatti sono sistemi molto simili agli hard disk dove semplicemente collegare e copiare i dati, ma con un possibilità di archiviazione e costi ridotti. Facili da portare sempre con sé, a causa delle loro piccole dimensioni sono anche facili da perdere.
Cloud
Il sistema che negli ultimi anni sta soppiantando i primi due, anche per uso privato e non solo aziendale, risiede nel “cloud”, concetto molto volatile e spesso ancora non pienamente compreso da utenti meno esperti. La differenza sostanziale con i precedenti sistemi di archiviazione consiste nell’assenza di un oggetto tangibile. Viene sfruttata la possibilità di trasferire tramite internet i propri dati all’interno di un server facente parte di un data center. Esistono diverse realtà che offrono questo tipo di servizio molto spesso sotto forma di abbonamento, da cui dipende la quantità di dati archiviabili. Sempre più spesso le stesse aziende produttrici dei dispositivi mettono a disposizione degli utenti dei propri spazi di archiviazione online dove poter caricare, spostare e cancellare i file. Il problema principale, potrebbe essere rappresentato dalla violazione da parte di un hacker dei nostri dati o da un problema nei server centrali.
Per tutte queste ragioni se davvero non vogliamo perdere qualcosa possiamo utilizzare più metodi. Uno in cloud, comodissimo tra l’altro perché ci permette di lavorare da diversi device e in collaborazione con altri utenti cui diamo accesso ai documenti, e l’altro in locale con backup periodici.