Il processo di adattamento e innovazione della comunicazione attraverso i social media ha coinvolto anche la GDO. Alcune entità stanno ancora faticando nel trovare la propria identità nello spazio digitale mentre altre ci stanno regalando contenuti ambiziosi e creativi, con uno stile molto diverso rispetto alla loro comunicazione offline.
È possibile trovare una relazione tra social, GDO e aumento delle vendite? Una ricerca condotta da Bem Research dimostra il legame positivo tra mondo digitale e shopping in luoghi fisici, aprendoci a una visione davvero phygital.
Dall’analisi, che ha coinvolto varie GDO italiane ed estere, è emerso che chi ha costituito una buona presenza online, tra siti web e social, ha potuto osservare negli ultimi anni un miglior rapporto con la clientela e un aumento di fatturato attraverso i tradizionali canali di vendita. Vediamo come.
In un mercato sempre più volatile e con una configurazione sempre più caotica, il marketing digital rappresenta la soluzione più flessibile, modulabile e immediata per comunicare e dialogare con i clienti. Varie catene di supermercati italiani usano i social media in maniera coraggiosa, anticonformista e creativa, facendo online numeri trionfali e saldando rinnovati vincoli di fidelizzazione. I social media possano essere l’habitat naturale per una moderna catena commerciale.
Tra fisico e digitale nella GDO
Questa integrazione da luogo a una strategia che potrebbe essere definita phygital, che consiste nell’implementazione e utilizzo di strumenti digitali, ma in un mercato dove la maggior parte delle vendite viene effettuata ancora in spazi fisici. Va così sviluppandosi un ecosistema espanso, che coinvolge il cliente-utente oltre i confini del punto vendita e non si pone come una fastidiosa interruzione pubblicitaria, ma più come un contenuto che il consumatore fruisce per sua volontà.
Ma secondo un’altra analisi, stavolta condotta da Retail Feedback Group, anche i principali brand americani non riescono ancora a far convivere perfettamente la realtà fisica con quella virtuale con un 44% dei consumatori inconsapevole della presenza online dei propri supermercati di fiducia.
E pensare che lo smartphone è diventato un touch point non più trascurabile dalle strategie comunicative. Viene consultato continuamente dal cliente in ogni fase della sua giornata, spesso prima di muoversi verso il negozio fisico svolge ricerche online e anche all’interno del negozio per accedere a maggiori informazioni legate ad uno specifico prodotto che ha davanti agli occhi. La grande distribuzione quindi può trovare in questo strumento un supporto per stimolare l’acquisto e fidelizzare il cliente.
Il caso Unieuro: una comunicazione che OH, NON PUOI CAPIRE
Recita così anche l’ultimo spot di Unieuro, per promuovere il loro nuovo sito web. Con una Mara Maionchi sempre delicatissima ci viene fatto intendere con ironia come il nuovo restyling della piattaforma porti freschezza, migliorando usabilità e velocità di risposta. Ma questa grande azienda non è nuova a un tipo di comunicazione “spontanea” e informale. Già a Dicembre 2020 aveva fatto parlare di sé con il post social che è stato rinominato “un’offerta che si commenta da sola”, seguito da un ulteriore post in cui ci viene permesso di entrare nella mente del social media manager (o più probabilmente del team) cambiando per un giorno le regole del gioco nella relazione utente-azienda e dei quali effetti sono stati resi noti.
Tutto parte da un post che propone la promozione di una lavastoviglie. Fin qua tutto sembra essere normale. Andando a espandere il testo del post però l’utente improvvisamente si ritrova a leggere un lunghissimo flusso di coscienza dove non si parla più di elettrodomestici ma dell’esperienza personale dello stesso autore dietro al post, presentandosi con un tono informale. Infatti potrebbe essere benissimo un messaggio ricevuto da un nostro amico, magari un po’ esaurito a causa del lavoro.
Questa operazione perfettamente studiata e architettata può essere considerata un vero e proprio successo. Non solo è riuscita a incrementare sensibilmente la vendita delle lavatrici, ma anche ad aumentare l’engagement e il numero di follower della pagina che, in soli due giorni, ha guadagnato oltre 10.000 nuovi fan. Non da ultimo la notizia del “social media manager di Unieuro” è rimbalzata su tutti i principali media italiani e, come vedete, continua a far parlare.
Istituzioni meno istituzionali
Da tutti questi casi possiamo comprendere come in potenza ogni post social, anche il più banale, possa trasformarsi in un contenuto coinvolgente e capace di intrattenere il pubblico, ma anche di promuovere e invogliare all’acquisto di un prodotto. Mantenere un tono professionale per un’azienda può ancora considerarsi un buon modo per vendere, tuttavia è necessario anche adattarsi ai diversi ambienti in cui si comunica. Questo caso mette in pratica perfettamente un tipo di comunicazione che punta sull’aspetto personale dei social network. Infatti essi in origine nascono come strumenti per mettere in relazione persone e solo in un secondo momento le aziende si sono accorte del potenziale commerciale di questi spazi. Un brand quindi può giocare mettendo in primo piano una relazione più intima con il proprio pubblico, cambiando modo di porsi e integrando obiettivi aziendali a un modo di fare (e di essere) meno istituzionale.
Comunicare “alla pari”, usando ironia e creatività, rappresenta un modo efficace per salvaguardare l’esperienza dell’acquisto fisico dall’ascesa dell’e-commerce. La GDO deve necessariamente contrattaccare andando a occupare lo stesso terreno delle vendite online, attraverso una forte presenza digitale. I piani di comunicazione infatti oltre a prevedere offerte e promozioni dovrà saper valorizzare gli aspetti emozionali legati allo spazio fisico e alla relazione in presenza.
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