Venerdì 17 e sabato 18 abbiamo avuto il piacere di partecipare al Web Marketing Festival (MWF) di Rimini. L’evento, uno dei più importanti del suo settore a livello Italiano, ha ospitato tantissimi talk dedicati ai temi più attuali legati all’innovazione digitale, sociale e robotica. Tra robot- cani e umanoidi ecco un breve resoconto della nostra esperienza e di ciò che ha attirato maggiormente la nostra attenzione.
Il settore del marketing digitale è in costante trasformazione. Quello che funzionava due mesi fa, ora potrebbe essere inutile, mentre ciò che appariva infattibile si rivela la prossima strategia vincente. Bisogna anche ricordarsi che è difficile crescere senza creare una rete di relazioni in costante evoluzione ed espansione. Lo scambio di opinioni, visioni e ragionamenti è una parte fondamentale del processo creativo, base di partenza per ogni strategia innovativa. E gli spunti di riflessione anche quest’anno non sono certo mancati così come momenti importanti di relazione e interventi davvero emozionanti.
Cos’è?
Il WMF è un evento annuale che si propone di raccogliere nel tempo di un fine settimana tutto ciò che di meglio ha da offrire il settore in termini di innovazione digitale e sociale. Scopo dell’evento è creare un momento ibrido tra formazione, intrattenimento, pubbliche relazioni per figure professionali del settore: un’opportunità di scambio per la propria crescita professionale e personale.
Organizzato originariamente al Palacongressi di Rimini, quest’anno è stato spostato alla Zona Fiera per poter ospitare tutti gli interessati nei suoi 189.000 mq. La scelta della nuova location riflette alcuni dei valori portanti del WMF e condivisi anche da Inputidea, trattandosi di una struttura realizzata all’insegna dell’innovazione, dell’accessibilità e del rispetto per l’ambiente.
Venerdì — Ottimizzazione SEO, personal branding e feste in spiaggia
Dopo aver assistito alle interviste di famosi content creator e Sophie (il robot umanoide più sofisticato al mondo) che hanno caratterizzato i contenuti del Mainstage, abbiamo voluto incentrare la nostra prima giornata di festival sull’ottimizzazione dei contenuti digitali e il Personal Branding interno alle aziende.
Partendo dalla conferenza di Ivano Di Biasi, Ceo di SEOZoom, l’attenzione è stata rivolta all’importanza dei contenuti dei blog per i siti aziendali. Queste pagine risultano tutt’oggi uno strumento essenziale che permette un aumento di traffico nel sito. Per questo motivo è necessario possedere una profonda conoscenza sul funzionamento di Google e le sue modalità di costruzione delle SERP (Pagina risultati del motore di ricerca). Oggi l’algoritmo del motore di ricerca riesce sempre meglio a comprendere se le pagine sono state ottimizzate pensando agli utenti oppure al ranking di Google. Inoltre gli stessi utenti rappresentano l’altra faccia del sistema di posizionamento attraverso i loro feedback. Per queste ragioni un contenuto deve ruotare attorno a un specifico argomento definibile “focus dell’articolo”, più che attorno a una parola chiave specifica.
A seguire è stata la volta di una riflessione sulla nuova tipologia di rete che stiamo vivendo e come essa influenza la costruzione dei contenuti digitali. Infatti Giorgio Taverniti osserva come il web odierno possa essere definito “liquido”. I contenuti che vengono pubblicati non rimangono più all’interno di un’unica piattaforma, ma disseminati automaticamente all’interno di diversi ambienti e formati digitali. Per esempio un video può essere pubblicato orizzontalmente su Youtube, Facebook o Tiktok, mentre verticalmente lo stesso contenuto può andare a costituire un classico video di Youtube, ma anche uno short o un live. In un contesto del genere è necessario quindi comprendere la differenza tra contenuti e risorse, dove le seconde oltre a rispondere a una domanda dell’utente riescono ad arricchirlo ulteriormente.
Olga Baratto, Capo Contenuti di Marketing Arena ci ha parlato della gestione e delle possibilità fornite dalla costruzione dei personal brand dei dipendenti di un’azienda. In questo modo è possibile costituire dei brand ambassador interni che forniscono un volto più umano, persone reali con cui gli utenti possono direttamente relazionarsi sui social. Fornendo la sua personale road map per l’attivazione di questa strategia, Baratto ha posto molta attenzione alle fasi che precedono la preparazione dei contenuti per i singoli dipendenti. Infatti le attività di selezione e indagine, come in ogni altra strategia digital, sono il vero cuore dell’operazione. Capire chi coinvolgere significa esplorare i vari dipartimenti dell’azienda e approfondire la relazione che ognuno ha con il brand. Inoltre è necessario addentrarsi nei candidati in modo approfondito, conoscendo la loro relazione con i social e le diverse sfere della loro vita da quella privata a quella professionale.
Così si conclude la nostra prima giornata al festival. Dopo ore intense passate ad approfondire alcune tematiche di un settore estremamente ricco, insieme a tutti gli altri visitatori abbiamo potuto prendere parte a un evento privato in spiaggia, dove potersi rilassare, ma non solo. Infatti questa festa serale è stata anche un’occasione preziosa per fare la conoscenza di diverse realtà presenti in un modo meno istituzionale e più umano.
Sabato — Intelligenze artificiali, il potere della scrittura e lo spazio dei metaversi
L’ultima giornata del Web Marketing Festival ha visto un mainstage ricco di suggestioni, tra cui anche l’esortazione al guardare al futuro di Bojan Jerbić, del dipartimento di robotica dell università di Zagabria FBS accompagnato da SPOT, il robot-cane frutto degli studi della Boston Dynamics. Per il nostro percorso questa giorno ha visto il nostro interesse dirigersi verso tre grandi argomenti che rappresentano la tradizione e l’innovazione di questo settore: copywriting, intelligenza artificiale e metaverso.
Il panel di Alfonso Cannavacciuolo, autore e copywriter, si è concentrato sul rapporto tra il progresso dell’intelligenza artificiale e il “mestiero dello scrivere” in ogni sua forma. È partito osservando come ormai è possibile trovare strumenti capaci di elaborare centinaia di nuovi testi nel tempo di una pausa caffè ed evidenziando come nessun settore della scrittura potrebbe rimanere intoccato. Dai semplici resoconti ricavati da schemi di dati, ai romanzi, fino alla poesia, macchine sempre più performanti saranno in grado di assomigliare sempre di più alla scrittura umana. Con scrittura non intende solo i testi che vanno a riempire blog o schede prodotto, ma anche quelli che fanno da base per la preparazione di grafiche, video, film, serie tv. Neanche le arti visive possono essere considerate al sicuro dall’avanzare dell’intelligenza artificiale. Questo intervento ha voluto essere un’esortazione al reinventarsi, soprattutto per quei mestieri che fanno della standardizzazione dei testi il loro elemento chiave e cercare di spostare le proprie capacità convogliando in espressioni creative.
Sempre in tema intelligenza artificiale Daniele La Spina di Flowtech e Riccardo Cipollina di Gellify si sono interessati alla relazione di questa tecnologia con emozioni ed empatia. Sarà possibile far sì che un algoritmo possa capire e interpretare non solo dati e azioni ma anche le emozioni dei nostri utenti? Infatti le scelte che compiamo sono spesso elaborate a partire da elementi emotivi piuttosto che dati logici. Per questo è importante ripensare e approfondire alcuni parametri del mondo delle IA come ad esempio la categorizzazione dei sentimenti effettuata dalle macchine, oggi semplificata in positive, negative e neutre. Incentivare lo sviluppo di un intelligenza empatica artificiale richiede quindi una maggiore aderenza alla complessità dei sentimenti, del percepito e delle opinioni che tutti noi abbiamo in relazione a ciò che viviamo. L’obiettivo è quello di costruire strategie e contenuti digitali che tengano in considerazione gli aspetti più istintivi ed emozionali dei nostri utenti.
Più improntata all’operatività invece la conferenza tenuta da Davide Bertozzi, copywriter e direttore creativo. La domanda che ha segnato i suoi quaranta minuti di intervento è stata la seguente: “Come posso accompagnare con la scrittura un utente che non conosco?” Infatti chi prepara testi per pagine web, che siano per la Homepage, About Us o blog si pone come obiettivo quello di guidare il lettore-visitatore, prendendolo in carico la sua esperienza. Quindi Bertozzi propone tre aspetti che devono essere tenuti in considerazione nella stesura di un testo: sensibilità, ritmo e precisione. Con la prima si intende mettere velocemente a proprio agio l’utente facendogli capire che si trova nel posto giusto. Il ritmo invece riguarda il mantenimento dell’attenzione durante la lettura, rendendo “tridimensionale” il testo sfruttando la sonorità delle lettere e la lunghezza delle frasi. Infine un testo deve essere preciso, per non far perdere tempo all’utente, offrendo rapidamente ciò che è venuto a cercare.
Carmine Tauriello di KPI6 ha tenuto uno speech tecnico su come AI, big data e monitoring possono aiutarci nella costruzione delle nostre buyer personas. Attraverso l’utilizzo di queste tecnologie è possibile costruire percorsi che orientino l’utente utilizzando al meglio temi, trend, modalità di scelta e acquisto. Quali sono i touchpoints che utilizza? Su quali piattaforme è più attivo? Come possiamo coinvolgere in modo innovativo? Anche in questo caso gli algoritmi ci aiutano a entrare maggiormente in risonanza con il nostro pubblico, ma anche prevedere e circoscrivere pubblici affini a cui espandersi in futuro. A questi risultati puntano gli insight di KPI6, con i quali le aziende potranno comprendere e rispondere alle esigenze dei consumatori in tempo reale, soddisfacendo e generando crescita e valore esponenziali.
Abbiamo voluto concludere la nostra esperienza WMF2022 con un ultimo panel dedicato al metaverso, con ciò che è adesso e ciò che sarà. Matteo Favarelli, co-founder di AnotheReality, come nella nostro articolo dedicato allo stesso argomento ha definito difficile identificare in modo univoco cosa sia esattamente il metaverso. Lavorando alla loro costruzione però pensa che questo concetto debba riguardare un interazione costante tra fisico e digitale in cui gli strumenti che oggi utilizziamo per accedere a internet verranno smaterializzati e incorporati all’essere umano, immersive technology quali visori che annullano l’interazione col mondo esterno per fare vivere un’esperienza totalmente digitale.
Favarelli inoltre vede nei videogiochi il primo strumento per legare i brand alle tecnologie e pratiche del metaverso. Come ogni piattaforma infatti esistono diversi modi con cui un’azienda può avvicinarsi al nuovo ambiente. In primis all’interno dei mondi videoludici è possibile inserire elementi che richiamano il brand, come cartelloni pubblicitari virtuali e oggetti utilizzabili in-game. Una seconda opzione è data dai videogiochi che permettono di creare microlivelli brandizzati all’interno di un mondo più ampio. Sono esempi il pianeta NIkeland di Roblox e il livello creato da Coca-Cola su Fortnite. Infine un brand può decidere di produrre un proprio metaverso all’interno del quale ogni elemento e dinamica sono stati elaborati da un’unica azienda.
Il Web Marketing Festival 2022 è stato anche quest’anno molto ricco. Potremmo parlare a lungo anche dei momenti di ispirazione su temi culturali, sociali e artistici. Sul palco infatti, oltra a relatori provenienti dal mondo tech si sono succeduti persone e autori del calibro di Mimmo Lucano, Roy Paci, Pupi Avati e molti altri ma per ora ci fermiamo qui.
Torniamo a casa carichi di nuovi stimoli e riflessioni, di dubbi e curiosità. Cosa ci riserverà la prossima edizione?