Non dimentichiamolo: anche il mondo digitale inquina. L’impatto ambientale di questo contesto spesso non è immediatamente riconoscibile e proprio per questo occorre tenere alta l’attenzione. Non solo notifiche e video. Anche ogni ricerca che compiamo online ha un peso in termini di emissioni, ma esistono soluzioni che ci permettono di rimanere connessi con un occhio alla sostenibilità.
Leggiamo ogni giorno nuove notizie sugli effetti del cambiamento climatico sull’ecosistema, tra fenomeni meteorologici straordinari, scioglimento dei ghiacciai e qualità dell’aria in continua discesa. Impegnarsi in pratiche eco-compatibili è ormai diventato un comportamento necessario, non più solo consigliato.
Ci sono scelte che possiamo prendere nel quotidiano come usare l’auto solo quando strettamente necessario o ridurre lo spreco di materiali, ma spesso è facile dimenticarsi che anche la propria vita online ha un peso non indifferente sull’ambiente.
Google, CO2 e futuro
Era il 2009 quando Google dichiarò che ogni ricerca genera mediamente 0,2 grammi di CO2. Da allora sono stati molti i passi fatti per diminuire l’impatto del motore di ricerca. Infatti obiettivo dello stesso sito (si, Google è un sito, Chrome invece un browser, c’è differenza) è di eliminare ogni emissione di carboni fossili entro il 2030.
Almeno fino ad allora quindi bisogna essere consapevoli che ogni ricerca effettuata, sia per trovare informazioni utili o battere un momento di noia quotidiano, starà contribuendo ad aggravare le condizioni generali del pianeta. Questo non significa abbandonare le ricerche online per tornare in biblioteca. Esistono infatti alcuni strumenti alternativi che ci permettono di ridurre o compensare l’inquinamento prodotto con ogni nostro click.
Ecco allora 3 motori di ricerca alternativi che si impegnano attivamente per la salvaguardia dell’ambiente.
Ecosia per piantare alberi da PC
Tra questi Ecosia è sicuramente il più conosciuto e popolare. L’obiettivo principale è permettere ai propri utenti di contribuire a un progetto di riforestazione tramite i proventi delle inserzioni. Infatti si impegna a donare almeno l’80% delle entrate a organizzazioni no-profit che si dedicano al mantenimento della biodiversità.
Ricerche per immagini, video, mappe, suggerimenti automatici coesistono in una schermata pulita e intuitiva che mette in evidenza anche i propri progressi personali. Infatti effettuando una ricerca è possibile notare un’icona di un bosco nell’angolo in alto a destra dell’interfaccia: indicherà quanto manca affinché possa essere piantato un albero. Ecosia sostiene che questo sia possibile ogni 45 ricerche.
Infine è possibile mantenere costantemente monitorati i risultati del sito, attraverso il contatore in continuo aggiornamento del numero di alberi piantati dalla nascita del motore di ricerca (2009) ad oggi. Ciò ci permette di notare anche la crescente sensibilità nei confronti di questa tematica: se in dieci anni sono stati piantati 65 milioni di alberi, dal 2019 a inizio 2023 la cifra è cresciuta fino a 165 milioni.
Ekoru per pulire in fondo al mar
Dalle foreste passiamo alle profondità degli oceani. Ekoru dedica la propria attenzione alla salvaguardia dei fondali marini. Questo motore di ricerca è alimentato da energia idroelettrica e permette agli utenti di contribuire alla pulizia degli oceani attraverso ogni ricerca effettuata.
In questo caso il 60% dei ricavi pubblicitari viene investito nelle attività di organizzazioni impegnate nella protezione delle acque del pianeta. Inoltre i ricavati finanziano anche progetti di riforestazione dei fondali attraverso la piantumazione di praterie di fanerogame, tra cui la nota Posidonia oceanica, pianta (e non alga come spesso erroneamente si crede) fondamentale per la cattura di CO2 e la generazione di ossigeno per l’ecosistema subacqueo.
Rapusia per andare oltre l’ambiente
Volendo superare i confini della sostenibilità ambientale, Rapusia permette di fornire il proprio contributo anche a diverse cause sociali. Questo motore di ricerca creato dalla Tennis World Foundation, permette infatti di sostenere diversi progetti ambientali e umanitari, riprendendo anche i concetti di gamification delle applicazioni.
Attraverso ogni ricerca si guadagnano dei cuori che rappresentano una parte degli introiti pubblicitari prodotti dalle proprie attività di navigazione. Questa valuta potrà poi essere spesa dall’utente per finanziare progetti ambientali e sociali promossi dallo stesso motore di ricerca.
Sostenibilità e anonimato
Un aspetto che accomuna queste tre alternative ai motori di ricerca riguarda infine la grande sensibilità nei confronti della protezione e salvaguardia dei dati degli utenti. Oltre a promuovere nobili iniziative, Ecosia, Ekoru e Rapusia non utilizzano strumenti di tracciamento di terze parti, rendono anonime tutte le ricerche entro una settimana e non creano profili degli utenti in base ai loro click.
In Inputidea ci manteniamo costantemente aggiornati su come progresso tecnologico e sostenibilità possano convivere al meglio. Essere consapevoli che vivere il mondo digitale non esclude dall’ambiente circostante è il primo passo per sviluppare progetti creativi e attenti all’impatto che possono produrre.